Luglio: giro di boa del 2018, come va la tua partita IVA?

Luglio: giro di boa del 2018, come va la tua partita IVA?

Luglio 24, 2018 Off Di Admin Offerte

Sei un libero professionista che ha aperto partita IVA nel 2018? Oggi parliamo di quanto costa la partita IVA e di come calcolare la spesa delle tasse per la propria attività.

 

Essere freelance nel 2018: una scelta o un obbligo?

Spesso si sente parlare di come aprire partita IVA sia un obbligo per i giovani italiani che non riescono a trovare collocamento nell’attuale mercato del lavoro. Diciamo però che non sempre si tratta di un obbligo e ci sono molti ragazzi che al lavoro d’ufficio e alla monotonia degli orari fissi preferiscono la libertà della partita IVA. Anche se essere dipendenti presuppone una certa sicurezza economica, spesso si preferisce il rischio perché si ha paura della monotonia che l’ufficio può comportare. Sono tanti i freelance in Italia che hanno scelto di lavorare in modo autonomo e dove meglio si sentono realizzati, collaborando solo con le aziende o con i privati che ritengono migliori per il proprio business e le proprie capacità.

 

Partita IVA si o no? Essere in regola con il fisco

Essere liberi professionisti, o freelance, significa avere la partita IVA. Sembra una affermazione banale, ma così non è perché si tratta di una regola spesso non considerata. Sono tanti infatti i freelance che lavorano solo con prestazione occasionale e ritenuta d’acconto, senza considerare che questa presuppone esclusivamente l’occasionalità del lavoro. Questo significa che non possono farsi pubblicità, non possono lavorare più volte con lo stesso datore di lavoro e tante altre restrizioni. L’unica via fiscale possibile da usare per un freelance è senza ombra di dubbio quella della partita IVA. Ma il freelance non deve temere questo importante passaggio della sua vita, in quanto si può anche risparmiare sulle tasse grazie al regime forfettario!

 

Hai aperto partita IVA nel 2018? Vediamo quanto paghi!

Veniamo a te: se hai aperto partita IVA a gennaio 2018 ora sarai sicuramente curioso di capire quante tasse pagherai per il tuo primo anno di attività. Iniziamo con il dire che in Italia vige il metodo storico per il pagamento dei contributi e delle tasse. In parole semplici, se apri partita IVA nel 2018 non pagherai le tasse nella dichiarazione dei redditi 2018 ma in quella 2019, in quanto la dichiarazione dei redditi in Italia viene fatta sui redditi dell’anno precedente a quello della dichiarazione stessa. Inoltre è previsto il pagamento di un anticipo sull’anno in corso, quindi diciamo che inizierai a pagare le tue tasse nella dichiarazione dei redditi 2019, sui redditi del 2018, pagando un anticipo sulle tasse 2019.

 

Non temere però, se sei un libero professionista iscritto alla gestione separata INPS che ha aperto partita IVA nel regime forfettario puoi pagare davvero poche tasse! Se la tua posizione fiscale lo permette, potrai scegliere il regime forfettario e godere di un’importante agevolazione sulle tasse. La tua imposta sostitutiva sarà pari al solo 5% del reddito imponibile nei primi cinque anni di attività e del 15% negli anni successivi. Oltre all’imposta sostitutiva, che non pagherai sul reddito completo ma solo su una sua parte in base alla tua attività lavorativa, tra i costi della tua partita IVA dovrai considerare anche i contributi previdenziali. Se sei iscritto alla Gestione Separata INPS la tua contribuzione sarà pari al 25,72% del reddito. Diciamo che se avrai un reddito da operatore olistico di 25.000€ pagherai:

 

II anno

25.000 €

16.750 €

3.446,5 €

Contributi INPS I anno

+

 2.757,2 €

Acconto II anno

 

10.546 €

670,00 €

Imposta I anno

+

 670,00 €

Acconto II anno

7.544,0 €

Come potrai notare dalla tabella, il tuo reddito non è considerato per intero nella definizione dell’imposta sostitutiva, ma solo per il 67% del reddito stesso. Questo perché il reddito imponibile viene considerato in base ad un coefficiente di redditività che varia in base all’attività lavorativa. Questo perché nel regime forfettario non è possibile dedurre alcuna spesa per l’attività lavorativa, ma c’è la possibilità di dedurre comunque un determinato forfettario di spesa che, come detto, varia in base all’attività lavorativa così come definita dal Codice ATECO.