Come diventare consulente del lavoro: funzioni e competenze, requisiti, percorso formativo, sbocchi lavorativi e guadagni

Come diventare consulente del lavoro: funzioni e competenze, requisiti, percorso formativo, sbocchi lavorativi e guadagni

Maggio 12, 2021 Off Di Redazione

La figura professionale del consulente del lavoro è oggi molto richiesta, soprattutto dalle aziende PMI; questo perché risulta sempre più difficile per qualsiasi tipologia di azienda, piccola, media o grande che sia, svolgere tutti gli adempimenti previsti dalla legge dell’intero processo aziendale.

Il CdL riesce a sopperire a queste esigenze in quanto possiede l’esperienza necessaria per la corretta gestione del personale interno secondo le normative vigenti.

Si tratta di gestire le risorse umane, sino all’elaborazione delle buste paga, al versamento dei contributi previdenziali e alle comunicazioni con gli enti come Inps, Inail e Agenzia delle Entrate.

Oggi vedremo insieme quali sono tutte le funzioni e le competenze del consulente del lavoro; quali i requisiti da avere e il percorso formativo da seguire per diventarlo; gli sbocchi lavorativi possibili e i guadagni.

Funzioni e competenze

Il Consulente del lavoro si occupa della gestione del personale, riguardo: lavoro, previdenza e assistenza sociale.

Si tratta di una figura professionale disciplinata dalla legge n. 12 del 1979, che ne determina regole e funzioni.

Le principali funzioni in merito riguardano:

  • La gestione delle pratiche rivolte alla creazione ed evoluzione di un rapporto di lavoro;
  • Tenuta contabile, economica, giuridica, assicurativa, previdenziale e sociale, derivante da un rapporto di lavoro;
  • Gestione delle modalità di retribuzione;
  • Libro paga e prospetti paga;
  • Calcolo Inps, Inail e delle altre casse di previdenza, redazione dei modelli Cud, etc…;
  • Contratti collettivi;
  • Risoluzione delle controversi di lavoro;

Vi sono poi ovviamente delle competenze da possedere, associate alle funzioni sopra elencate; come ad esempio:

  • Conoscere la disciplina che regola i rapporti di lavoro subordinato e saperla applicare nel concreto per risolverli;
  • Saper interpretare le norme di retribuzione, fiscali, di previdenza e assistenziali, sempre relative ai rapporti di lavoro;
  • Saper fornire informazioni circa gli adempimenti della legge sul lavoro;
  • Saper comunicare e relazionarsi con il cliente, per andare incontro quanto più possibile alle esigenze organizzative richieste;
  • Saper utilizzare i software dell’amministrazione del personale;

Requisiti

Diventare consulente del lavoro non è semplice, ci sono dei requisiti che, per legge devono essere rispettati, al fine di avere la giusta preparazione e le giuste competenze in merito.

Vediamo l’iter da seguire più nello specifico:

  1. Titolo di studio universitario (Laurea);
  2. Tirocinio o praticantato;
  3. Esame di Stato;
  4. Iscrizione all’Albo provinciale dei Cdl;

Percorso Formativo

Come accennato appena sopra, vi è un iter da seguire per diventare consulente del lavoro ed ottenere le giuste conoscenze e competenze circa questa professione.

Ma vediamolo meglio insieme, analizzandone ogni step:

Titolo di studio universitario

La normativa sopra citata, Legge n. 12/1979, prevede che per diventare consulente del lavoro sia necessario un titolo di studio universitario, più precisamente una Laurea triennale o quinquennale per:

  • scienze dei servizi giuridici;
  • scienze politiche e delle relazioni internazionali;
  • scienze dell’economia e della gestione aziendale;
  • scienze dell’amministrazione;
  • scienze economiche;
  • scienze giuridiche;

Oppure una Laurea specialistica in:

  • giurisprudenza;
  • scienze dell’economia;
  • scienze della politica;
  • scienze delle pubbliche amministrazioni;
  • scienze economico-aziendale;
  • teoria e tecniche della formazione e dell’informazione giuridica;

Oppure si può optare per una Laurea triennale in consulenza del lavoro; insomma purché ci siano state nozioni economico-giuridiche.

Tirocinio o praticantato

Una volta ottenuto il titolo di laurea, bisogna svolgere un periodo di praticantato, o tirocinio obbligatorio, di 18 mesi presso un qualsiasi studio di un consulente del lavoro, purché quest’ultimo sia già iscritto all’albo da almeno 5 anni.

Vi sarà una vera e propria iscrizione al registro del praticantato che attesti così la partecipazione del tirocinante alle pratiche dello studio che l’ha accolto.

Vi è però anche un’ulteriore possibilità: quella di anticipare il tirocinio durante l’ultimo anno universitario, in base ad un accordo siglato tra il Consiglio nazionale dell’Odine, il Miur e il Ministero del Lavoro, secondo il quale è possibile iniziare il praticantato, almeno per i primi 6 mesi, purché si sia in regola con gli esami.

Esiste comunque un utile vademecum per il tirocinio professionale, fornito dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, che riconsegna tutte le normative al fine di un corretto svolgimento del praticantato stesso.

Esame di Stato

Si tratta del superamento di un esame di stato di abilitazione, che prevede:

  • 2 prove scritte: tema sul diritto del lavoro e sulla legislazione sociale, oltre che una prova teorico-pratica sul diritto tributario, il tutto a discrezione della commissione (durata totale dell’esame: 7 ore dalla dettatura, con possibile consultazione di testi di legge non commentati ed autorizzati dalla Commissione stessa, e utilizzo di dizionari);
  • 1 prova orale: sul diritto del lavoro e tributario, legislazione sociale, elementi di diritto privato, pubblico e penale, nozioni generali sulla ragioneria e rilevazione del costo del lavoro e formazione del bilancio;

Iscrizione all’Albo

Iscrizione obbligatoria all’albo dopo il superamento dell’esame di stato.

Inoltre dal 1° Gennaio 2015 vi è la formazione continua obbligatoria dei consulenti del lavoro: quindi un costante aggiornamento con un raggiungimento di 50 crediti formativi ogni 2 anni.

Sbocchi lavorativi

Una volta iscritti all’albo, si può optare per 3 diverse posizioni lavorative:

  • Diventare un libero professionista, presso uno studio proprio;
  • Diventare consulente del lavoro nell’area delle risorse umane presso aziende specifiche;
  • Diventare consulente del lavoro presso associazioni dei datori che erogano servizi specifici ai proprio iscritti;

Guadagni

Per concludere un’ampia panoramica orientativa sui guadagni di un consulente del lavoro: abbiamo una retribuzione media di 33.500 euro lordi l’anno (circa 1.770 euro netti al mese).

Come stima minima si parte comunque dai 22.000 euro lordi all’anno, sino ad un massimo quotato come 62.000 euro lordi annui.