Come diventare osteopata: cosa fa l’osteopata, le patologie trattate, le origini del mestiere, la formazione e gli studi, la categoria d’appartenenza e i guadagni possibili

Marzo 9, 2021 Off Di Redazione

Professione, oggi, molto conosciuta quella dell’osteopata e altresì affermata in Italia.

I trattamenti osteopatici si basano su tutto ciò che concerne la manipolazione e il contatto manuale, al fine di prendersi cura di disturbi dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico, cranio-sacrale e viscerale.

Ma cosa fa davvero l’osteopata? Che patologie tratta? Quali sono le origini di questo mestiere? Che studi prevede la sua formazione? A che categoria della medicina appartiene? E, soprattutto, quali sono i suoi guadagni.

Cosa fa l’osteopata

L’approccio osteopatico si basa su una visione olistica dell’individuo, quindi su una visione d’insieme, al fine di riuscire a risolvere determinate patologie e/o problematiche, permettendo un buon mantenimento del benessere generale della persona.

In pratica, l’osteopata, valuta il problema presente e tratta tutte quelle lesioni funzionali reversibili attraverso determinate manovre e alcune tecniche specifiche.

Queste manovre prevedono il contatto manuale tra paziente e osteopata, senza necessità di alcuna strumentazione ulteriore o farmaci aggiuntivi. L’obiettivo finale è quello di riportare elasticità nel corpo del paziente e ristabilire l’equilibrio delle singole componenti, per far si che riesca a curarsi poi in maniera del tutto autonoma.

Difatti, quando si parla di osteopatia il fine ultimo è sempre l’equilibrio tra: corpo, mente e spirito; tutte parti che durante le patologie non sono più allineate e perdono armonia, creando problemi di vario genere.

Patologie trattate

Le patologie trattate dall’osteopata sono diverse, vediamone alcune:

  • Ernia del disco;
  • Asma;
  • Insonnia;
  • Attacci di panico;
  • Vertigini;
  • Tunnel carpale;
  • Lombosciatalgia;
  • Dolori articolari e muscolari;
  • Cefalee;
  • Otiti;
  • Sinusiti;
  • Disturbi ginecologici;
  • Disturbi digestivi;
  • Sciatica;

Le origini dell’osteopatia

L’osteopatia nasce in America nel 1874, grazie al chirurgo Andrew Taylor Still che riuscì a teorizzare per primo la relazione tra: equilibrio funzionale delle strutture del corpo e la salute.

Il nome osteopatia viene da: ostèon, ovvero osso, e poi pathos, ovvero sofferenza; facendo riferimento alla teoria secondo la quale l’osso è il punto di partenza delle patologie e, va da sé, della sofferenza.

Successivamente, nel 1892, viene fondata la prima scuola di Osteopatia e quindi riconosciuta questa branchia della medicina ufficialmente negli Stati Uniti d’America, proprio sotto durante la presidenza di Theodore Roosevel.

Dal 1911 l’osteopatia si diffonde in Europa, a partire dall’Inghilterra e poi nel resto del continente, sino in Italia, dove però ancora non è riconosciuta come scienza medica.

La formazione e gli studi

Se si vuole diventare osteopata bisogna, per prima cosa, intraprendere un istituto preposto, in cui ci siano materie di scienze mediche, con l’aggiunta di materie osteopatiche, quali: anatomia, biochimica, biofisica, istologia, neurologia, biomeccanica, etc…

In Italia il mestiere dell’osteopata non ha ancora un riconoscimento medico e uno status giuridico, ergo non vi sono formazioni universitarie specifiche da poter seguire al fine di intraprendere questa professione, ma solo corsi presso istituti privati.

Questi corsi si suddividono in 3 tipologie:

  • Corso di Osteopatia a Tempo Pieno: percorso di studi della durata di 5 anni, intrapreso dopo il diploma di maturità;
  • Corso di Osteopatia per Fisioterapisti: durata di 5 anni;
  • Corso di Osteopatia a Tempo Parziale: durata di 6 anni.

Questi ultimi 2 corsi si possono frequentare solo se si è già in possesso di una laurea in: Fisioterapia, Medicina e chirurgia oppure Odontoiatria.

La categoria di appartenenza

Come già anticipato, non vi sono norme specifiche che regolino il ramo dell’osteopatia, quindi nessuna tutela dalla legge.

Vi è, però, un’associazione italiana di regolamentazione a tal proposito, ovvero il Consiglio Superiore di Osteopatia – CsdO.

Si tratta dell’unione di diverse associazioni di professionisti osteopati nazionali, come ad esempio:

  • AIMM – Accademia Italiana di Medicina Manuale;
  • AMOI – Associazione Medici Osteopati Italiani;
  • FeSIOs – Federazione Sindacale Italiana Osteopati;
  • ROI – Registro degli Osteopati d’Italia;
  • UPOI – Unione Professionale Osteopati d’Italia;

Si tratta di una situazione simile in tutta Europa, tranne che negli Stati Uniti dove, come già accennato in precedenza, l’osteopatia fa parte della sanità pubblica già dal 1991 e tutti gli osteopati sono medici con laurea.

I guadagni

Secondo determinate statistiche, si inizia a diventare autonomi nel mestiere d’osteopata già a distanza di soli 3 anni dal conseguimento del diploma, ergo si ha a che fare con una professione che garantisce guadagni molto presto.

Inizialmente poco conosciuta, con il passare del tempo l’osteopatia è stata praticata sempre di più, allungando il tempo di durata dei trattamenti sino a 1 ora e i costi sino ai 100 euro a seduta.

Se si tratta di uno studio d’osteopata già ben avviato, allora si può arrivare anche a 40/50 pazienti a settimana, per cifre di guadagno settimanale di circa 1600 euro, per un totale che supera i 5ooo euro al mese.

 Ovviamente i costi di ogni seduta sono variabili e legati a più fattori, quali:

  • Esperienza dell’osteopata;
  • Tipologia di trattamento necessaria;
  • Tipo di specializzazione dell’osteopata;

Quindi una valutazione effettiva sarebbe impossibile da fare senza sapere di preciso l’osteopata e il paziente in questione, circa i costi delle sedute intraprese.