Come diventare magistrato: chi è e cosa fa, le tipologie, il percorso formativo e i guadagni possibili

Come diventare magistrato: chi è e cosa fa, le tipologie, il percorso formativo e i guadagni possibili

Giugno 10, 2021 Off Di Redazione

La magistratura è da sempre il sogno della maggior parte degli studenti di giurisprudenza. Questo perché nonostante si tratti di una professione raggiungibile solamente dopo un iter duro e molto lungo da dover percorrere, ci sono davvero ottime possibilità di carriera e di guadagno.

Prima di spiegare come poter raggiungere questo obiettivo agognato da molti, è meglio precisare che accanto ai magistrati ordinari, ovvero quelli che superato l’apposito concorso esercitano la funzione giurisdizionale a tempo indeterminato, esistono anche i magistrato onorari, ovvero quelli nominati se in possesso di alcuni requisiti specifici e solamente per un periodo di tempo determinato.

Vediamo ora insieme: chi è il magistrato e cosa fa, le tipologie, il percorso formativo per diventarlo e i guadagni possibili.

Indice

Chi è e cosa fa?

Il magistrato è un funzionario pubblico; si tratta di una figura professionale che esercita poteri giudiziari, ed amministra la giustizia nel rispetto della legge e in nome di quello che viene definito come Stato.

Il magistrato applica le norme di diritto a casi concreti, in processi civili, penali ed amministrativi, questo secondo i principi di imparzialità, indipendenza ed equità.

Ma vediamo ora quali sono i compiti specifici di un magistrato:

  • Esame e verifica della documentazione e degli atti processuali ,allo scopo di raccogliere e valutare tutti quelli che sono gli elementi utili per l’udienza e la decisione finale;
  • Tenuta delle udienze, attraverso l’assunzione di testimoni e gli interrogatori delle parti;
  • Raccolta delle prove necessarie;
  • Pronuncia delle sentenze;
  • Predisposizione delle misure cautelari in casi di urgenza;

In sostanza possiamo distinguere le attività del magistrato in 2 grandi tipologie:

  1. Attività giudicante: quando il magistrato assume le decisioni e giudica le controversie sia penali che civili (giudici);
  2. Attività requirente: quando il magistrato partecipa ad un processo penale come pubblico ministero, senza giudicare ma conducendo le indagini, formulando e sostenendo le accuse, al fine di esprimere le relative richieste al magistrato che deciderà la causa.

Le tipologie

A seconda della giurisdizione esercitata, è possibile distinguere diverse tipologie di magistrati:

  • Magistrati ordinari: ovvero del settore civile e penale;
  • Magistrati contabili: per processi in materia di tasse ed imposte;
  • Magistrati militari: coloro che si occupano dei reati commessi dagli appartenenti alle forze armate (i militari);
  • Magistrati amministrativi: coloro che giudicano cause aventi ad oggetto lesione di interessi legittimi da parte della Pubblica Amministrazione;

Il percorso formativo

Vediamo ora i passi per diventare magistrato:

  1. Aver conseguito un diploma di laurea in giurisprudenza;
  2. Aver conseguito il diploma presso una scuola di specializzazione per le professioni legali (Sspl);
  3. Aver conseguito il dottorato di ricerca in materie giuridiche;
  4. Aver conseguito il diploma di specializzazione in una disciplina giuridica, attraverso un corso di studi della durata non inferiore a 2 anni, in scuole di specializzazione (secondo il decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162);
  5. Aver concluso positivamente lo stage presso gli uffici giudiziari, oppure aver svolto il tirocinio professionale per 18 mesi presso l’Avvocatura dello Stato;

Una volta passati questi 5 step, si può procedere con l’ammissione al concorso in magistratura, ma solamente se si rispettano questi requisiti:

  • Essere cittadino italiano;
  • Avere l’esercizio dei diritti civili;
  • Essere di condotta incensurabile;
  • Non essere stato dichiarato per 3 volte non idoneo al concorso per esami alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda;

Il concorso in magistratura

Il concorso in magistratura viene bandito dal Ministero della Giustizia e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. La domanda si può inoltrare attraverso il sito internet www.giustizia.it con un proprio account personale, pagando una tassa concorso di 50 euro.

Il concorso si compone di 3 prove scritte e di 1 orale.

Le 3 prove scritte riguardano il: diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo. Si tratta dello svolgimento di elaborati teorici, con a disposizione 8 ore dalla dettatura. Le prove scritte sono superate con un punteggio di almeno 12/20 per ciascuna prova.

Una volta superate si può accedere alla prova orale, che consiste in un colloquio su diverse materie, quali: diritto civile, procedura civile, diritto penale, procedura penale, diritto amministrativo, costituzionale e tributario, diritto commerciale e fallimentare, diritto del lavoro e della previdenza sociale, diritto comunitario, diritto internazionale pubblico e privato, oltre che elementi di informatica giuridica e di ordinamento giudiziario.

Per concludere vi è un colloquio in lingua straniera tra inglese, spagnolo, francese e tedesco, in base a quella indicata dal candidato nella domanda di partecipazione.

Una volta superato il concorso, il magistrato, detto uditore giudiziario, segue un tirocinio di almeno 18 mesi, in scuola superiore della magistratura e sessioni presso uffici giudiziari specifici. Al termine, il Csm (Consiglio superiore della magistratura)  giudicherà il magistrato e in caso positivo allora lo assegnerà in una sede di servizio, se negativo allora dovrà frequentare un altro anno di tirocinio.

I guadagni possibili

Ovviamente i guadagni sono relativi al tipo di giurisdizione appartenente e all’anzianità di servizio, e poi ovviamente al grado superiore o meno della giurisdizione di competenza.

Si parte da un minimo di 2.200 euro netti al mese, durante il primo anno di lavoro, in aumento con l’anzianità di servizio.

Dopo 4 anni di lavoro lo stipendio toccherà i 3.600 euro al mese.

Sopra i 20 anni di servizio la retribuzione arriva a circa 5.800 euro al mese, sino ai 7.500 euro al mese di fine carriera.

Per i magistrati amministrativi si va dai 5.000 ai 15.000 euro mensili.

Per i magistrati di una giurisdizione superiore, invece, come ad esempio la Corte di Cassazione, si può arrivare oltre i 90.000 euro l’anno.